L'età moderna, la fine del feudalesimo e l'Unità d'Italia
Seulo, entrata a far parte del Regno di Sardegna nel 1720, rimase a lungo isolato anche dopo l'Unità d'Italia nel 1861, sebbene a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento la situazione migliorò lentamente. Di recente, il paese si è avvicinato al turismo grazie alla sua natura intatta
Quando si parla di età
moderna in relazione alla Sardegna, si deve ricordare che gran parte della
regione rimase in una condizione di assoluto isolamento fino all’Unità
d’Italia, soprattutto per via del secolare sistema
feudale introdotto dagli Aragonesinel Trecento. Inserito prima fra i domini della famiglia Carroz e assegnato nel
1557 al feudo di Mandas, nel 1720 Seuloentrò a far parte del neonato Regno di
Sardegna insieme a tutta la regione, ceduta dagli Asburgo a Vittorio Amedeo
II duca di Savoia all’indomani della Guerra di successione spagnola.
Al cambio di dominazione, però, non fece seguito la svolta
politica: la Sardegna rimase culturalmente, socialmente ed economicamente
arretrata ed isolata per un altro secolo sotto i piemontesi, tanto che nel 1847
a Seulo c’erano solamente venti
persone in grado di leggere e scrivere. La situazione migliorò lentamente dopo
l’abolizione del sistema feudale e ancor più con l’Unità d’Italia: tra gli anni cinquanta e i settanta
dell’Ottocento, il tasso di alfabetizzazione tra i cittadini di Seulo divenne
il più alto della Sardegna e a beneficiarne fu innanzitutto tutto la vita
culturale e sociale del paese.
Nonostante gli oggettivi miglioramenti, Seulo e il resto della Sardegna fecero molta fatica ad agganciare il treno della modernità e dello sviluppo economico che invece investì il nord Italia; la Grande guerra del ’15-’18 pretese un tributo drastico da Seulo, in termini di vite umane. Dopo la Seconda guerra mondiale, Seulo ha riscoperto una vocazione turistica grazie ai propri paesaggi incontaminati.