Le tradizioni

Seulo e il vino Niedda Carta: un patrimonio sardo

Adagiato alle pendici del Monte Perdedu, una delle vette più alte della Sardegna, troviamo Seulo, un borgo di circa 900 abitanti, famoso per le sue bellezze naturalistiche e per la forte tradizione enogastronomica. Oltre ai turisti, attirati dalla possibilità di avventurarsi tra gole e pareti calcaree, la pastorizia e la viticoltura rappresentano alcune delle più grandi risorse della zona. Nel corso degli anni l'estensione dei vitigni si è ridotta, ma quelli autoctoni hanno continuato a prosperare e i produttori sono riusciti a valorizzare delle vere e proprie perle enologiche. Tra questi il Niedda Carta, oggi inserito tra le cosiddette "uve a rischio d'estinzione".[/p]

Un vitigno da salvaguardare

Il Niedda Carta è un vitigno minore della Sardegna presente nell'area dell'Alta Ogliastra, del Sarcidano e della Barbagia di Seulo, una delle zone più antiche dell'isola il cui nome deriva dall'usanza romana di chiamare "barbari" coloro che non parlavano latino. Si tratta di un vino rosso corposo e saporito, coltivato a 800-900 metri di altezza, che può essere gustato con alcuni famosi piatti locali, come il porceddu, o formaggi quali "su callu 'e crabittu" e "su casu in filixi" (formaggio in felce).

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