Il territorio

I dintorni di Seulo: Aritzo

aritzo è un borgo montano della barbagia più interna dove, tra boschi secolari e sorgenti rigogliose, sopravvivono antiche tradizioni. Gli amanti dell'arte potranno visitare santa maria della neve e la parrocchiale di san michele arcangelo, oltre al museo etnografico

In Barbagia ogni valle e ogni borgo nascondono segreti millenari che non aspettano altro che di essere scoperti. Seulo e Seui sono soltanto i paesi più conosciuti di questa misteriosa zona di Sardegna, ma basta fare qualche chilometro per incontrare paesi che sono piccoli gioielli. Aritzo è uno di questi: circondato da foreste rigogliose nel cuore del Gennargentu, se ne sta sornione a ottocento metri di altitudine.

La zona era abitata già nel Neolitico, come dimostrano alcune domus de janas, poi fu un vivace centro punico e durante il Medioevo fece parte del Giudicato di Arborea prima di cadere sotto gli aragonesi ed essere riscattato, nel 1840, al crollo del feudalesimo. Il suo nome deriva da "areitz”, termine basco che indica i ricci di castagno, pianta particolarmente abbondante nella zona. Un tempo sede di artigianato e pastorizia, è oggi basata prevalentemente sul turismo.

Ad Aritzo sono presenti varie chiese di valore artistico come la cinquecentesca parrocchiale di San Michele Arcangelo, Sant’Antonio da Padova e Santa Maria della Neve. Altri edifici di pregio sono le seicentesche ex-prigioni spagnole di "Sa Bovida”, il castello Arangino costruito nel 1917 in stile neogotico, la casa Devilla dove venne ucciso il poeta Bachisio Sulis e il museo etnografico con una collezione di attrezzi, maschere e abiti del mondo agro-pastorale. La zona è ricca di sorgenti come Is Alinos e la Funtana de sant’Antoni.

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