Le tradizioni

Il Medioevo e il feudalesimo

il Medioevo di Seulo ricalca quello di gran parte della Sardegna, con un periodo di influenza Bizantina, il Giudicato di Cagliari, i Pisani e infine gli Aragonesi che introdussero il feudalesimo conducendo l'Isola a un isolamento assoluto fino all'avvento dei piemontesi del Regno di Sardegna nel 1720

Il Medioevo di Seulo ha inizio convenzionalmente con la conversione al Cristianesimo di Ospitone, capo dei barbaricini, negli ultimi anni del sesto secolo d.C. Da questo momento fino alla conquista degli Aragonesinel 1324, la storia del paese segue sostanzialmente quella del resto della Sardegna, con i Bizantini che esercitarono una grossa influenza fino circa all’anno Mille. A quanto si sa gli Arabi non penetrarono mai all’interno del territorio di Seulo, sebbene alcune locuzioni come "S’enna ‘e moris” e "Su ‘au ‘e is Saracenus” hanno fatto venire dei dubbi a più di uno storico.

Con il progressivo declino di Bisanzio, un nuovo soggetto politico si affacciò sulla finestra della storia: si tratta dei Giudicati, entità plasmate sul modello dell’Impero Bizantino. Seulo fu inserita nella giurisdizione del Giudicato di Cagliari, uno dei quattro in cui fu suddivisa la Sardegna, in una posizione di rilievo in quanto sede di Curatoria; secondo alcuni storici, tale riconoscimento è alla base della locuzione popolare "Barbagia di Seulo” che si diffuse in quel periodo.

Con il crollo dei Giudicati nel 1120, Seulo si trovò prima sotto il controllo dei Pisani e poi, nel 1324, degli Aragonesi, che introdussero il sistema feudale e riportarono la zona al più completo isolamento. Nel 1420 il paese fu incluso tra i possedimenti della famiglia Carroz e nel 1557 passò al feudo di Mandas, per rimanervi fino all’arrivo dei piemontesi del Regno di Sardegna, nel 1720.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.